|
Clap, polistirolo, struttura in metallo, 210 x 150 x 130 cm
2016 vista della mostra, Memorie, arte, immagini e parole del terremoto in Friuli. Villa Manin, Passariano (UD) Nel 1976 un forte terremoto colpì il Friuli distruggendo molti paesi della provincia di Udine e di Pordenone. Negli anni successivi fu quasi tutto ricostruito “dov’era e com’era”. Clap è la riproduzione di un sasso proveniente da Portis, uno dei paesi colpiti mai ristrutturato, le cui rovine - case costruite per la maggior parte negli anni ’60 - formano oggi un paese fantasma. Dal monte Soreli (in italiano: sole), che sovrasta il vecchio paese, si sentono tuttora alcuni massi rotolare fino a valle. Come tutte quelle che negli anni sono state utilizzate per edificare le case, le stalle, i garage e i muretti di recinsione, Clap è la copia di una pietra che costituiva parte dei monti circostanti e che, rotolata a valle, è stata impiegata dalla popolazione nella costruzione del paese e poi nuovamente caduta durante il sisma. Ha mantenuto nella forma le tracce della sua storia: prima roccia, poi modulo costruttivo (sono presenti ancora residui di malta) ed infine di nuovo sasso. Il sasso è stato riprodotto fedelmente, ma ingrandendone la dimensione. Lo scanner tridimensionale usato per comandare il braccio robotizzato a sette assi che lo ha intagliato nel polistirolo, assume idealmente la stessa funzione della valle montana da cui è nato: amplificare il rumore che il piccolo masso produce cadendo. La forma così ingigantita ne evidenzia i particolari prima invisibili. In questo modo provo a cambiare la relazione fra l’immagine del paesaggio che circonda queste zone e il soggetto che le osserva. Il risultato è una sorta di ibrido ingombrante, tanto dettagliato e realistico nella forma che innaturale nella dimensione, nel colore e nel peso. |