Diorama
diorama, carabina ad aria compressa, cavalletto installazione site-specific, dimensioni variabili, 2019 L’opera è composta da una stanza al cui interno prende forma un paesaggio naturale ricoperto da uno strato di cenere vulcanica artificiale, che riproduce l’effetto di occultamento che essa provoca nei confronti di ogni superficie su cui si posa durante un’eruzione. Il diorama di un paesaggio contemporaneo, risultato di un presunto cataclisma naturale, che è stato istantaneamente estinto e sepolto. La stanza/scatola che lo contiene si rifà volutamente, nella forma, alle strutture del tiro a segno delle fiere e diventa così il luogo predisposto alle esercitazioni di tiro. Di fronte al diorama, un cavalletto sostiene un fucile. La carabina punta il paesaggio a debita distanza, ma non identifica un bersaglio preciso. La posizione del fucile, insieme a quella del diorama, contrappposti rispetto all’ngresso della sala espositiva, fa si che lo spettatore attraversi il campo di tiro entrando esso stesso a far parte dell’opera. Il fucile sparerà un unico colpo prima dell’apertura della mostra ma il suo funzionamento rimarrà attivo per tutto il periodo dell’esposizione. Una stanza in cui allenarsi a tirare verso uno scenario da contemplare. “Visione panoramica, quadro complessivo, che informa con una veduta d’insieme sui più importanti fatti della vita artistica, letteraria, culturale del momento”. È con questa plausibile definizione del Diorama, estratta dal dizionario Treccani, che ci possiamo avventurare nell’accurata zona fenomenica di Paola Pasquaretta, in particolare quando decide di annientare i paradigmi, fin troppo ingombranti, del Sapere, e piuttosto che compiacerli, ossequiarli, assecondarli, financo rispettarli – decide di agire con un atto intellettuale – diretto, frontale, inequivocabile: abbattere il dogma! [...] Come uscire dunque da questo labirinto ossessivo dell’immagine che definisce i nostri limiti, che anche per Vilém Flusser è un’immagine svuotata del suo senso primario di «ricostruzione del mondo»...? Pasquaretta lo fa attrezzandosi con un colto e misurato sarcasmo, riproducendo gli stilemi che concorrono a realizzare, quasi fedelmente, un’icona dell’hazard itinerante: “il tiro a segno”, la sfida per eccellenza, la sfida perfetta con sé stessi, che l’artista consuma con un atto performativo facendo partire un unico, assoluto colpo di fucile, contro il paesaggio del Diorama! E come affermava Schopenhauer, «Un talento colpisce un bersaglio che nessun altro può colpire; un genio colpisce un bersaglio che nessun altro può vedere!» Massimo Vitangeli |